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IMPRESSIONI DI… Gennaio Benvenuto   Gennaio. Città rallentata. La vita è ripresa nelle sue normali e quotidiane vicissitudini, ma tutto è un po’ offuscato. Annebbiato. Le corse sono passate, le giornate di festa finite. Le pause tra una festa e l’altra sono solo piccoli momenti che si frappongono tra una baldoria e l’altra, da ricordare; un po’ estranei, come carte di un mazzo spaiate. Ora tutto riprende nel proprio ritmo abituale, ma l’ingranaggio fatica a muoversi scorrevolmente, come se mancasse la necessaria lubrificazione allo svolgersi dinamico e usuale della città. Al mercato i venditori proclamano la bellezza della merce, ma la loro voce è un eco ovattato proveniente da un’altra epoca. I clienti si aggirano tra i banchi acquistando per risonanza e riponendo nelle borse della convinzione a metà. La furia, l’entusiasmo, l’euforia sono passati, lasciando un riverbero che illumina da lontano e non scalda. Tempo di riflessione, di rientro pacato in se stess
ALL YOU NEED IS LOVE Correva l’anno… Lasciando perdere quale fosse l’anno che correva, anche perché non è precisamente definito, diciamo che parliamo di parecchi anni fa, adolescente ascoltavo “All you need is Love”. Come per tutti gli adolescenti, la musica faceva parte del mio quotidiano (anche ora, ma questa è un’altra storia). Musica in sottofondo mentre si studia, musica per perdersi nel ricordo di un incontro a scuola, musica per sognare ad occhi aperti, musica per sfinirsi nelle notti insonni passate a rimuginare su un amore impossibile. Musica in ogni momento possibile della giornata. Erano gli anni in cui gruppi che hanno creato gran parte della storia musicale del Rock e Pop erano nel pieno del loro manifestarsi. Erano gli anni delle fazioni “o con i Beatles o con i Rolling Stones”. Il mio cuore era più con i Beatles che con i Rolling Stones (chi mi conosce non si meraviglierà di certo di questa scelta, la mia indole romantica è molto più affine ai Beatles, anche qu
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IMPRESSIONI DI...  Festività IL PACCHETTO DI NATALE Aveva ormai preparato tutti i pacchetti per tutti i regali di Natale.  Per i figli, gli amici, i parenti. La scelta dei regali era stata ponderata ed era durata qualche mese. Non che fosse stata impegnata per mesi nella ricerca, ma già da due, tre mesi prima dell’arrivo del Natale, ogni volta che andava in il centro e si soffermava ad osservare le vetrine guardava gli oggetti con un interesse diverso, pensando a chi sarebbero potuti piacere, pensando a chi avrebbero fatto piacere, e quindi a chi regalarli. Questo tipo di osservazione le piaceva. Lo metteva in pratica da anni, fin da quando era una ragazzina, perché in realtà a lei piaceva fare i regali. Fare regali alle persone a cui teneva era una gioia, forse ancora maggiore di quella del riceverne. Comportava avere una certa attenzione verso il ricevente, un pensiero particolare, l’aver colto nel tempo un piccolo segno dei suoi gusti. A volte le piaceva fare regali sc
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IMPRESSIONS OF… Almost Christmas – Silent Night –  My eyes looking at the sky for a while, a soft music in the back. It doesn’t matter what we believe in, or not believe, in what Religion, or not Religion. Something has happened these days, and it’s still happening. Every year. Once a year up there, in that place where there is no space or time, up there beyond the sky we can see, and beyond the one we can only imagine, and beyond the one we are not even able to imagine; up there, where all the differences we created about races, colors, and religions have no more meaning, because everything is One, right up there, something is happening these days. Something is happening that makes us look up to the sky while listening to some music, something that makes us meet in a square looking at the lights. Something is happening that makes wars stop for one day, just for one. And maybe, one day, we’ll learn that we can stop them forever
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IMPRESSIONI DI… È quasi Natale – Silent Night -  Un attimo con gli occhi al cielo e una leggera musica di sottofondo. Non importa in cosa si creda o non creda, a quale religione o non religione, il fatto è che qualcosa in questi giorni è successo e continua a succedere. Ogni anno. Una volta l’anno lassù, in quello spazio che non ha spazio ne’ tempo, lì oltre il cielo che vediamo e quello che siamo solo in grado di immaginare e oltre a quello che non riusciamo nemmeno ad immaginare. Lì dove tutte le differenze che abbiamo creato facendoci dividere in razze, colori e religioni, non hanno più senso, perché tutto è uno, proprio lì in questi giorni accade qualcosa. Accade qualcosa che ci fa alzare gli occhi verso il cielo, ascoltando una musica, che ci fa riunire tutti in una piazza a guardare le luci che si accendono, che fa, per un giorno, un giorno soltanto, fermare anche le guerre.  E forse, un giorno, impareremo che possiamo fermarle per sempre. 
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MOTHER  You came in today, your eyes were far away. A tired “hello” from your lips, asking for a reason to talk to me. I reached you in the middle of the room -           Hi, how are you? -           Well, - you said – my son died – an accident. It’s late at night now, your words are rumbling inside my heart making an empty and stony echo, but I put the music loud, and I lit the flames of a thousand of candles. I called all the mothers, And the Mother of all mothers Who stands out high in the sky, with her roots deep in the earth, she’s dressed in black veils respecting your mourning. I called them to hold you in their arms, screaming your grief, crying your tears, and then, they’ll wash your soul with their tears, giving you to your rebirth, taking you by the hand in a new dance, being your strength and you their one.
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MADRE Oggi sei entrata, ma i tuoi occhi erano lontani. Hai lanciato un “ciao” stanco e bisognoso di  trovare un aggancio. Riesco a liberarmi e ti raggiungo in mezzo alla sala -           Ciao, come va? -           Eh – mi rispondi – è morto mio figlio. Un incidente. È notte ormai, e le tue parole mi rimbombano ancora nel cuore creando un eco vuoto e pietrificato, ma ho alzato la musica e acceso la luce di mille candele, ho chiamato tutte le madri e la madre di tutte le madri che si staglia grande e potente nel cielo affondando le radici nel profondo della terra, vestita di veli neri a rispetto del tuo lutto. le ho chiamate perché ti accolgano tra le braccia, urlino con te il tuo dolore, piangano con te le tue lacrime e poi lavino la tua anima con le loro lacrime e ti consegnino nuova alla tua rinascita, ti prendano per mano in una nuova danza e siano la tua forza e tu la loro.