MADRE
Oggi sei entrata, ma i tuoi occhi erano lontani.
Hai lanciato un “ciao” stanco e bisognoso di
trovare un aggancio.
Riesco a liberarmi e ti raggiungo in mezzo alla
sala
-
Ciao, come va?
-
Eh – mi rispondi – è morto mio figlio. Un incidente.
È notte ormai, e le tue parole mi rimbombano ancora
nel cuore creando un eco vuoto e pietrificato,
ma ho alzato la musica e acceso la luce di mille
candele,
ho chiamato tutte le madri
e la madre di tutte le madri
che si staglia grande e potente nel cielo
affondando le radici nel profondo della terra,
vestita di veli neri
a rispetto del tuo lutto.
le ho chiamate perché ti accolgano tra le braccia,
urlino con te il tuo dolore,
piangano con te le tue lacrime
e poi lavino la tua anima con le loro lacrime
e ti consegnino nuova alla tua rinascita,
ti prendano per mano in una nuova danza
e siano la tua forza e tu la loro.
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