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  Samhain Questa è la notte in cui festeggiamo Questa è la notte in cui cantiamo Questa è la notte di danze volanti Prima di ritirarsi tra le radici avvolgenti Questa è la notte di fiamme accese delle nostre candele, perché tutte le anime possano vedere Questa è la notte del velo sottile Dove i mondi si incontrano in un palpito leggero e In un tocco gentile Luce e ombra per un attimo insieme In un unico respiro Nella notte di Samhain

Impressioni di: Agosto

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Temporale d'agosto,  odore di tuono Temporale d'agosto, urlo scatenante la furia del vento. Temporale d'agosto, acqua che scroscia passando inesorabilmente su ogni cosa. Temporale d'agosto, tuono potente e tremante. Pioggia d'agosto, quasi silenziosa. Picchietta sui davanzali.  Pioggia d'agosto, odore di terra bagnata.  Pioggia d'agosto, abbondante e leggera, intona una musica nuova.  Pioggia d'agosto, il tuona romba attutito in lontananza.  Pioggia d'agosto, scintilla nel cielo un fulmine delicato.  Pioggia d'agosto. E già vedi la strada nella città novembrina,  i tram, le luci delle vetrine, ragazzi con i libri, rientrano a casa. Pioggia d'agosto, la nostalgia di un autunno ancora lontano e di un'estate finita.
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Solo la musica   Nuvole di nebbia, si allontanano nel bosco, lasciando ciuffi sfilacciati appoggiati ai rami di alberi stanchi. Foglie tremolanti ondeggiano nel freddo di quell’attimo che non è più notte ma ancora non è mattino, un soffio le deposita a terra. Pallida luce fende la nebbia Con un taglio preciso, netto. Una parte di qua Una parte di là. Volano le note, leggere come le rondini più alte nel cielo. Volano trasportate dai fili d’argento Delle fate. Volano e vanno a riprendere chi, dentro la nebbia, si è perso, scomparso nel buio. Fuggito laggiù, nascondendosi al dolore. Volano le note e Dolcemente La nebbia svanisce
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  Prima di Pasqua Non voglio luci questa notte, non voglio candele accese. Mi fermo a guadare questa luna non più piena e un po' offuscata da delle nubi quasi trasparenti. Ha un cerchio dorato intorno. Non ci sono stelle nel cielo. e' sola. Un po' come tutti noi.  Oggi (e domani) siamo soli.  e' una solitudine strana, pregante, palpabile, quasi solida.  Non un soffio, non un respiro. E' lì e attende. Non importa in cosa crediamo, qualunque cosa sia oggi (e domani), siamo soli. Soli con le nostre responsabiità. Soli con la libertà di scegliere. Sempre. Di nuovo notte. ora non c'è nemmeno la luna, ancora non si vede in questo pezzo di cielo, deve ancora arrivare. solo il vento. un vento cupo.  non è nemmeno triste, ma vuoto senza speranza. lo ascolto soffiare, lo guardo muovere le cime degli alberi. E' un vento buio. Non c'è più luce, prosciugata e risucchiata, nascosta e imprigionata. Ho visto le dee, tutte, lì oltre il velo del buio, oltre la lastra di q
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Leggero come un soffio di vento lo sguardo si posa sulle nubi dorate.  Non parlano, non chiedono, non dicono Sono. Silenziose e presenti attendono. E' un attimo veloce il flauto in lontananza manda le sue note, come riccioli di fumo che sbuffano da una locomotiva a vapore, e corrono verso il cielo. Il piede segna il tempo, il ritmo prende il sopravvento. E all'improvviso tutto è più semplice.
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  E se fosse qualcosa di più che lucine, regali, canzoni, cibo, presepi e albero?   L’Albero pieno di luci la guardava fisso. O forse era lei che guardava fisso l’albero. C’era qualcosa che le sfuggiva. Bello. Bellissimo questo periodo pieno di luci feste regali e canzoni; presepi e natività, per chi ci credeva, ma anche per chi non ci credeva. Hannukah. Un altro mondo, un’altra festa, con significati diversi, ma anche qui luci e fiamme delle candele. Lei e l’albero continuavano a fissarsi mentre si ripassava lo smalto sulle unghie, anche questo doveva brillare, risplendere. Anche le unghie raccoglievano la luce. Intanto si chiedeva: perché? Perché e cosa rendeva questo momento, questa festa, più speciale di altre? C’era qualcosa che le sfuggiva. La stanza era buia se non per le luci dell’albero, ferme immobili nel buio e silenzio totali. Piccoli puntini multicolore luccicanti. Una candela accesa rifletteva la sua fiamma sulle palline degli addobbi aprendo la via a mondi dive
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  Anna appoggiò le mani al quaderno ed ascoltò. Ascoltò il profumo del bosco che usciva come un nastro ondeggiante dalle pagine color caramello. Ascoltò le gocce di pioggia che battevao ritmicamente sulle foglie delle cime più alte degli alberi. Ascoltò i rivoli d'acqua che scorrevano tra i sassi del sentiero. E attese. Quel quaderno, dalla copertina verde, racchiudeva i sogni già fatti e quelli ancora da sognare. Così, ogni sera, prima di andare a dormire, appoggiava le mani sul quel quaderno per qualche istante. Aspettando un nuovo sogno... Segue... Anna put her hands on the notebook and started to listen.  She smelled the fragrance of the forest coming from the caramel coloured pages. She listened to the raindrops rhythmically tapping on the leaves of the highest trees. She listend to the water rivulets flowing through the stones on the trail.  And she waited. That notebook, with its green cover, kept her dreams, the dreams she had already dreamt and the ones to be coming. So ev