IMPRESSIONI DI… 

Irritabilità

E’ di nuovo domenica. Agosto, la luce, il sole, le spiagge, i monti, le vacanze sono scivolati via nel frastuono di tutto ciò che ormai è ricominciato senza lasciare tempo e spazio alla tregua. Quella ce la siamo giocata nel centro dell’estate. O siamo stati capaci, abbiamo avuto la possibilità di coglierla, accoglierla e amorevolmente usarla, oppure no. Se non siamo stati in grado di farlo, bisognerà ormai aspettare i tempi della prossima. Ora no, ora tutto è ricominciato, più uguale a prima di quanto vorremmo. Ecco, il fatto che sia tutto più uguale a prima di quanto vorremmo, porta quell’ombra infastidita sul volto.
C’è vento questa mattina, un vento che richiama momenti di tormenta su scogliere del nord; il cielo sta cambiando, s’oscura, in qualche modo vuole richiamare la nostra attenzione alla nuova stagione appena iniziata, farci concentrare sull’istante, ma noi cerchiamo di fuggire, anzi di riprendere quel che ci è sfuggito da poco.
Percepisco un’irritabilità diffusa. Vorremmo che questo ricominciare fosse un po’ come un nuovo anno, ricco di buoni propositi e foriero di cambiamenti; ci ritroviamo invece a ripetere noiosamente quello che avevamo lasciato prima delle vacanze. E questo ci irrita.

Ora piove. L’acqua laverà via definitivamente il ricordo dell’estate e ci farà piantare con i piedi per terra nel presente. Eppure, quel vento che continua a soffiare e quel cielo che ha cambiato colore, nascondono le gocce di qualche cambiamento, sta a noi ritrovarle e far volare via la noia, il consueto, l’irritabilità.

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