SONO FINITE LE RONDINI 
(16 luglio 2017)


In questi giorni continua a venirmi in mente questa frase:
SONO FINITE LE RONDINI.
E’ metà luglio ormai e da una decina di giorni hanno cominciato ad essere sempre di meno. (Sono passati anche una decina di giorni da quando non ci sei più.)
Questa mattina ne volano solo un paio, piccole, nel cielo infinitamente azzurro.
Quell’azzurro sconfinato che tanto ti piaceva. Quell’azzurro che per te racchiudeva tutti i colori dell’arcobaleno e tutti i sentimenti. La gioia, la speranza, la vita.
Era l’azzurro del cielo che si rispecchia nell’acqua del mare.
Una volta mi hai detto:
-          Non posso più stare qui, devo tornare sull’isola. Ho bisogno di vedere l’azzurro del mare. Dopo un po’ che non lo vedo mi manca così tanto che faccio fatica a respirare.
Quell’azzurro però, è il cielo che entra e si fonde con il mare. È il ritornare e riunire ciò che Dio ha separato durante la creazione, dividendo le acque superiori da quelle inferiori. È riunire tutto di nuovo in un unico stato.
Certo che non credi in Dio. Il Dio cattolico, ma credi in qualcosa di più grande. Credi nello spirito della vita, nella terra dea madre. Credi in quella che io chiamerei la Religione Antica. Su questo siamo sempre stati d’accordo.
Ho affidato a queste ultime rondini che coprono con il loro volo la distesa azzurra sopra di me, un messaggio per te.
Vorrei dirti qui, ora in questo momento “sono finite le rondini”, e sentire la tua voce calda, profonda e rotolante rispondermi: “ ‘tah! Vai giù a comprarne un po’!” (come se fossero lo zucchero o il sale finiti in cucina), con quella cantilena del tuo dialetto che ti veniva fuori solo quando parlavi in italiano. Non quando si parlava in inglese o in francese. La lingua dei momenti più segreti tra noi.
Avremmo poi però cominciato a fantasticare insieme sul viaggio di una rondine. Su quanta strada avrebbe fatto ogni giorno. Dove si sarebbe fermata.
L’avremmo “vista” fermarsi in posti conosciuti che se ne andava in giro salutando i vicini, come quando si torna in una località di vacanza e si rincontrano persone che non si vedono da tempo.
E già ci sento:
-          Sono finite le rondini
-           ‘tah vai giù a prenderne un po’
-          Non posso
-          Perché non ne hanno più?
-          No. O forse sì, ma non è questo il punto
-          Ah no? E allora perché
-          Perché sai che è il solito casino. Devo uscire supersilenziosamente, che la vicina non si accorga che sono qui. Poi non devo incontrare nessuno per le scale. Poi vado e quando torno devo chiamarti prima e mi devi lasciare il portone aperto che non posso citofonare che qualcuno potrebbe sentire. Quindi anche se vado e le trovo, ora che torno mi è passata la poesia delle rondini
-          Ah sì? E qual è la poesia delle rondini?
Mi chiedi mentre mi stringi e mi dai uno dei tuoi baci più profondi…
-          Ma io volevo parlare delle rondini!
-          Certo, certo, poi ne parliamo
E inevitabilmente i pareo che indossiamo scivolano a terra.
Più tardi mi dici:
-          E quindi cosa facciamo?
-          In che senso?
-          Con le rondini. Sono finite
-          Boh? Noi niente. È solo che quando non ci sono più le rondini mi dà un senso di malinconia, di come se fosse finita l’estate, anche se non è vero. Di come se fosse finito qualcosa che per un anno poi non è più possibile riavere, non ci sarà più
-          Un po’ come noi due
-          Non mettere il dito nella piaga
Silenzio. Sdraiati sul letto ascoltiamo rumori lontani, un po’ ovattati, come provenienti da un’altra dimensione. Bela una pecora.
-          Sì ma non sono finite, sono in viaggio – dici
-          Ma è come se lo fossero
-        No no, prova a pensare così: io sono la signora Rondine XX e sto viaggiando. Quindi mentre viaggio ogni tanto mi fermo per un po’
Scoppio a ridere. Mi immagino la signora Rondine con tanto di valigia, cappelliera e fazzoletto in testa per ripararsi dal sole, che viaggia da un paese all’altro e quando si ferma per un po’ va a fare visita alle vicine.
Tu cominci a parlare:
-          Buongiorno signora rondine, come sta? È passato parecchio tempo dall’ultima volta
-          Eh sì - ti rispondo – effettivamente un bel po’ di mesi. Ma sa, le traversate son lunghe. Questa volta poi, ci siamo imbattuti in una serie di temporali che facevano veramente paura! Ho cercato di tenere al sicuro i bambini il più possibile, ma poi si sa, ad un certo punto bisogna lasciarli andare…
-          Eh la capisco! Anch’io con i miei! Però ho visto che sono cresciuti parecchio!
Ridiamo tutti e due. Hai quel modo speciale di togliere misticismo alle cose. Di spogliarle dell’enfasi del carico della melodrammaticità, senza però togliere valore o sminuirle. Ricaricandole poi di una nuova dolcezza e importanza nel momento in cui, abbracciandomi, hai ripetuto:
-          Sono finite le rondini, è vero, ma poi ritorneranno, questo lo sai

O forse lo avresti detto se fossi ancora qui. 

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